BALI ( INDONESIA) 1994
LA LIMATURA DEI DENTI


L’ ISOLA-CHE-NON-C'E' esiste? Certo che esiste, è BALI.
Edoardo Bennato ha scritto questa canzone nostalgica perché non ci ha mai messo piede.

Io e Isabella viviamo in pace a Ubud, un villaggio dell'interno in mezzo alla foresta tropicale, tra manghi, risaie, ibischi e papaye. Lontani da Kuta Beach e dalle spiagge affollatissime, trafficate, assalite da turisti e venditori, invivibili.
Girando in auto senza meta tra un tempietto e l'altro, in giornata assistiamo a 4 o 5 cerimonie, a un ritmo che nemmeno in India si sognano. Ogni anfratto dell'isola è magico e da mane a sera donne in sarong (un telo di batik avvolto un vita a mo' di gonna lunga) sfilano tenendo sul capo piatti ricolmi di frutta e fiori. Vanno a donarli a qualche divinità e li poseranno su un altare o un sasso sacro all'ombra del fogliame.




Quella mattina, passando vicino a un villaggio, udiamo il suono di un campanellino, un din din prolungato. Il richiamo è irresistibile, ci lasciamo calamitare. Varchiamo la porta di pietra della cinta, tutta addobbata: all'interno anche case e viuzze sono straripanti di addobbi: fibre di palma annodate in ricami fantastici con fiori, peperoncini, banane, ananas, nastri, foglietti... un patchwork indescrivibile di colori e profumi che imita il rigoglio della natura intorno.
Una quindicina di giovani in costume, curati e truccatissimi, sono in piedi in attesa. Le femmine, ornate di anelli bracciali collane cavigliere, hanno un copricapo importante di intrecci dorati, sembrano regine. I maschi portano un foulard-turbante e sulla spalla il kriss del guerriero.
L’atmosfera è sospesa. Un vecchio ci spiega che sta per svolgersi la cerimonia della LIMATURA DEI DENTI, un rito di passaggio dal mondo dei bambini alla comunità di uomini e donne. Crediamo di capire. E’ l’equivalente della nostra Cresima, con il pedanda (lo sciamano) al posto del vescovo a imporre le mani e santificare gli adolescenti.



Al suono del gamelan (una specie di xilofono) i giovani si stendono su un giaciglio rivestito di un fine tessuto bianco. A fianco una ciotola, contenente 3 o 4 attrezzi da ferramenta, la pietra pomice e uno spazzolino.


Il pedanda estrae una lima, si china sulla prima e comincia a limarle gli incisivi allo scopo di parificarli ai canini. Sotto, la ragazza con la bocca aperta, immobile, non emette un lamento. A opera avanzata lo sciamano cessa di raspare, prende uno specchietto e mostra il risultato alla paziente. Va bene? Se va bene l’operazione è conclusa. Altrimenti darà un’ulteriore lisciatina. E avanti il prossimo!
Così tutti quanti avranno denti perfetti e nessuno potrà dire che assomigliano alla strega Rangda e ai mostri malvagi che spaventano con i loro orrendi rastrelli! Il rito di iniziazione si chiude con la cerimonia delle offerte, con piatti e cestini ricolmi di delizie.
I “limati” sono visibilmente provati ma felici. Si mettono in posa timidi per la nostra foto e accennano un sorriso senza mostrare i denti! Isabella chiede a una bella figliola di aprire la bocca, lei l’accontenta e scopre una corona bianca smagliante.



Vi circola per la casa un ragazzo mordace? E’ irrequieto e ombroso per via degli incisivi a zappa? Non scomodate il vescovo (che non ha tempo perché studia da papa) o il dentista (che vi costerebbe più dell’avvocato). Invece regalategli un viaggio a Bali, mettetelo sull’aereo e dormite sonni tranquilli. Tornerà con il sorriso Durbans e pieno di spirito santo!
