CUBA   2001

UNA CASA MUY PARTICULAR


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Siamo a Cuba, la macchina del tempo ci ha catapultati negli anni cinquanta: vecchie Cadillac, auto d’epoca tenute insieme da esperti artigiani, il Chè e Fidel, mare e palme, un popolo che ama la vita e la notte suona, canta e balla al ritmo del son e della salsa. Abbiamo attraversato l’isola da ovest a est, dormendo nelle CASAS PARTICULARES, dei B&B privati ammessi e certificati dallo Stato.

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Siamo arrivati a Santiago.
Lascio Isabella in auto con il tassista e salgo per visionare una Casa Particular. Mi apre un bianco grassoccio, con gli OCCHIETTI VISPI, mi porge la mano molle e si presenta: Paco. La voce, le movenze non lasciano dubbi: è gay. Mi fa vedere una camera con due letti, non c’è il bagno, storco il naso. Allora mi mostra una camera matrimoniale ben arredata, profumata, con il bagno a fianco.
Il prezzo?... Va bene, accetto.
Scendo. “Ho preso la stanza...ma il proprietario è gay”. “Che problema c’è?” “Nessun problema”. Saliamo con i bagagli. Stavolta ci apre un ragazzo di colore sui vent’anni, un Apollo nero bello e fine, che ci precede sculettando fino alla soglia della camera “matrimoniale” di Paco. Chiudiamo la porta. Tutto in ordine, tende e copriletto intonati, colori accostati con estro e fantasia, ninnoli ovunque. Mi spoglio per fare la doccia e... quella scema di Isabella fa entrare Apollo con in mano il modulo di pernottamento da compilare. Sono completamente nudo. L’ha fatto apposta! Balzo in avanti e trovo riparo dietro lo spigolo del comò. Apollo mi viene incontro sorridente e posa carta e penna sopra lo spigolo del comò. Esce... per mia fortuna è ben educato!

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Rimaniamo tre notti nella Casa Particular. La finestra con avvolgibile della stanza e una saletta danno su un ballatoio che a sua volta dà sulla tromba delle scale. Difficile da spiegare e da capire senza avere davanti la planimetria dell’edificio! Alla sera ci preparano la cena, la consumiamo nella saletta con vista sulla tromba delle scale. La prima sera i piatti sono su un tavolino quasi rasoterra. Lo faccio presente. La seconda Paco li mette sul ripiano, un tantino alto, della credenza. Ma che importa? Basta tenerli in grembo e mangiare. D’altra parte le vivande, pesce o pollo con verdure, sono cucinate con cura e amorevolmente.

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La mattina prima di partire il lettone vibra. Una scossa di terremoto! Niente di spaventoso ma ben avvertibile. Mi alzo. Sento dei colpetti sull’avvolgibile della finestra. Attraverso la fessura vedo due OCCHIETTI VISPI che mi guardano e sento la vocina di Paco: “El sismo!”
Cosa avranno visto quegli occhietti nelle notti precedenti attraverso la fessura?

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