NEW YORK (USA) 1986
L’ÖVU DE CULUMBU

Il 12 0ttobre 1985 il Secolo XIX, il giornale di Genova, lancia il concorso “Ciao Mondo” su Cristoforo Colombo per gli studenti. Bisogna inventarsi qualcosa sul grande navigatore, un disegno, una scultura, un racconto o quant’altro. I vincitori faranno un viaggio gratis a New York il 12 ottobre 1986.
Come insegnante di lettere coinvolgo la mia seconda media. Gli alunni, dopo lo stupore iniziale, aderiscono tutti con varie sfumature di entusiasmo.

Subito ciascuno invia una lettera o due alle Ambasciate d’Italia in tutti i paesi del continente americano (più di 30). Chiediamo che ci mandino qualcosa riguardante Colombo: un articolo, una foto, un oggetto... Passano le settimane e, con nostra sorpresa, cominciano ad arrivarci lettere intestate “Ambasciata d’Italia” da diversi paesi (alla fine risultano 14), in cui ci inviano piccole cose: pochi fogli, foto, scritti in varie lingue, magari soltanto uno “scusate, non abbiamo nulla da mandarvi”, ma intanto la buste intestate e la lettera inclusa sono già un cimelio prezioso.
Compriamo un ALBUM BLU da fotografie con le pagine-busta di plastica trasparente, dove infilare il materiale a mo’ di sandwich.
Componiamo una poesia in genovese, in cui viene raccontato in modo buffo il viaggio del COLOMBO VIAGGIATORE, che finisce su un’isola sconosciuta. Qui depone il proverbiale UOVO, da cui nasce l’AMERICA, una bella fanciulla descritta da capo a piedi nella seconda parte.

L’ ÖVU DE CULUMBU
Chi l’avieiva mai ciü ditu
che in Culumbu viaggiatû
u portesse de lazü
cuscì tante novitê?
Cun trê barche u l’è partiu
u zeneise mezu mattu,
ean custê poche palanche
ean piccinn-e e mâ piggiê.
In scè n’isua u l’è sbarcou
e lì n’övu u gà posou,
e dall’övu ghè nasciüa
questa nöa creatüa,
questa femmina agitâ
che America an ciammâ .....
..... A testa freida e intelligente
prufümmâ cû Pin Silvestre,
u büstu dritu forte
riccu de nutrimentu pe i sö figgiö,
na vitta streita streita
cun na scenta d’egua marinn-a,
u derê de na mulatta,
de gambette sode e nervuse
prunte pe in tango,
duî pessin da Carla Fracci
cun e die tütte zeê.

Alla fine l’ALBUM BLU risulta formato da 3 parti. Nella prima la presentazione del lavoro, definito un MINESTRONE GENOVESE, e qualche paginetta didattica sui motivi del viaggio verso le Indie, con la riproduzione di un mappamondo del Quattrocento , e con pepe, cannella, noce moscata e chiodi di garofano infilati a sandwich. Al centro la poesia, accompagnata dal disegno-caricatura dell’America (quello originale, curato dalla prof di arte, è andato perduto – sopra vedete il mio infantile tentativo di imitazione). Nella terza parte il materiale giunto dalle varie capitali americane, inserito con finto disordine, dietro un’etichetta per ogni paese che suona pressappoco così: “Dal Brasile è arrivato un bastimento carico di...” nella lingua relativa (portoghese, spagnolo, inglese, francese).
Terminata l’opera, portiamo il nostro ALBUM BLU nella scuola di raccolta.
Passa qualche mese e ci comunicano che in questa scuola sono esposti tutti i lavori in concorso. Vado a curiosare. Sono in bella mostra opere che attirano subito l’occhio: una “scultura” in ceramica colorata, le 3 caravelle in miniatura curate nei minimi dettagli, quadri, plastici... E il nostro ALBUM BLU? Neanche l’ombra. Devono averlo perso. C’è uno scaffale sovraccarico di fogli, quaderni e materiale vario. Al piano basso, sotto un cumulo disordinato, vedo spuntare un angolo blu. Mi inginocchio, tiro fuori l’album cercando di non far crollare tutto. È un po’ malconcio, ma dentro non manca niente, neanche le spezie! La speranza che il povero ALBUM BLU richiami l’attenzione dei giudici mi pare ridotta al lumicino.
E... un pomeriggio di primavera, mentre sto zappando il giardino come Cincinnato, passa di lì una collega e mi comunica che è arrivata una telefonata dal Secolo: abbiamo vinto il concorso!
A scuola l’entusiasmo è alle stelle, ma c’è un problema: solo un insegnante e 3 alunni hanno diritto al viaggio a New York. Chi più chi meno tutti hanno collaborato come scrivani o disegnatori. Decido per un quiz basato su 99 domande riguardanti gli Stati Uniti. “Prof, lei vuol far vincere i secchioni!” sento mugugnare. E invece le domande non sono libresche, riguardano l’attualità, molte sono indovinelli.

Non son CANI
ma son CALDI
e li mangio tra due pani.
Lo vuole Marlon Brando
lo vuole l’attricetta
ma quel che van cercando
è solo una statuetta.
Quei FIGLI DEI FIORI
eran d’ERBA fumatori.

RIMA MANCANTE
Chi lavora per la ...
è un agente o una spia.
La rivista famosa per le “conigliette”
che è severamente proibito sfogliare in classe.
Qual è il soprannome del Boeing 747
che porterà a New York i 3 fortunati
(non tu, non ti illudere!)
vincitori del concorso?
Il penultimo giorno di scuola i 20 alunni sono tutti presenti, consegno le schede da compilare e comincia il quiz.
L’ultimo giorno la proclamazione dei vincitori. Poso sulla cattedra il registratore con il nastro NEW YORK NEW YORK di Liza Minnelli. SUSPENSE... Si comincia dal 20° in classifica e si sale... ogni 5 concorrenti esclusi, stop: bisogna ascoltare la canzone New York New York al massimo volume... tutti si agitano nei banchi... fino ad arrivare boccheggianti ai primi 3. Vincono Luca e Alessandro (2 secchioni) e Stefano, un ripetente appassionato di USA. Nessuno può criticare.
All’inizio della terza media, il 9 ottobre 1986, si parte!
Così racconterò il viaggio in un articolo per il giornaletto locale:
I TRE DEL MONTANA A NEW YORK CITY

No, non lasciatevi ingannare dal titolo! Non si tratta di 3 cowboys di quello Stato del West in cerca di avventure nella metropoli, ma dei 3 vincitori del concorso del Secolo XIX su Cristoforo Colombo, 3 alunni della Scuola Media di Campomorone, Comunità Montana Altavalpolcevera, i quali hanno vinto un viaggio di una settimana in America!
Le gesta dell’impresa sono ormai avvolte nell’alone della leggenda. Vi prego, dunque, non sbadigliate mentre ve le racconto!
Luca Alessandro e Stefano partono da Milano su un jumbo dell’Alitalia, accompagnati dal loro insegnante (il sottoscritto) insieme a un giornalista del Secolo e a 15 ragazzi di altre 5 scuole della Liguria. Il mostro volante atterra all’aeroporto Kennedy di New York. Un grand hotel di Manhattan, in mezzo a una selva di grattacieli, aspetta i nostri eroi ormai dimentichi del nativo paesello. “Mamma, mamma, dove sei?” sembra abbia mormorato qualcuno...

Già la prima sera una sorpresa: nel bar di fronte all’hotel, dove entrano per mangiare un hot-dog, i 3 scovano Kabir Bedi. Sì, proprio lui, Sandokan, forse reduce da una caccia alla tigre. Ora si limita a sfoderare la penna e, sorridendo, firma autografi a tutti.

Nei giorni successivi i 3 del Montana si gettano nella rete delle streets e delle avenues, l’insegnante che li guida dà i numeri (delle vie, naturalmente!). Affrontano la folla tra i colossi di cristallo e acciaio della Quinta Strada, sbirciando le vetrine alla moda; salgono sulle Torri Gemelle, al 107° piano, per godersi il panorama della città; scendono nell’inferno della metropolitana, nel rumore assordante dei treni imbrattati dentro e fuori con lo spray; assistono a spettacoli improvvisati di suonatori e mangiafuoco in Central Park; sfidano i neri del ghetto di Harlem; si mescolano agli uomini d’affari e agli yuppies di Wall Street; penetrano in piena notte nei quartieri più piccanti e misteriosi: Chinatown, Greenwich Village, Broadway... ma commettono a Little Italy il loro più grave peccato: cannelloni e tagliatelle al sugo, dopo la lunga dieta a base di panini, hamburgers e pasticci vari.

Il 12 ottobre è la giornata di gloria per i ragazzi premiati dal Secolo. Si trasferiscono in aereo a Baltimora, che in occasione del Columbus Day si gemella con Genova (è presente anche il vicesindaco genovese Morchio). Dopo un lauto rinfresco in compagnia dei pezzi grossi (da 90?) italoamericani che hanno fatto fortuna oltreoceano, inizia la cerimonia. Suona l’inno degli U.S.A., tutti tengono la mano sul cuore. Ora tocca ai nostri ragazzi, devono cantare l’Inno di Mameli in coro. Mazzini, Garibaldi, fratelli d’Italia, proteggeteli! Riusciranno ad arrivare all’ultima strofa senza sbagliare, stonare, ridacchiare in modo irrefrenabile? Scroscia un applauso: ce l’hanno fatta, esecuzione impeccabile!

Al momento dello scambio dei doni tra le due città gemelle, Alessandro Luca e Stefano entrano in scena da protagonisti: consegnano al sindaco di Baltimora, stringendogli la mano, una targa in argento del Comune di Campomorone, mentre scattano i flash e le telecamere.
Segue la bellissima sfilata sul lungomare di Baltimora, in mezzo a due ali di folla. L’aprono i ragazzi liguri, che si imbarcano, con il signor Cristoforo Colombo in costume, su una caravella di legno spinta da... un’auto forza 9. La gente ai lati della strada ammira e saluta i giovani sul veliero, le autorità, le bande, le majorettes, gli abili sbandieratori, le miss sorridenti...
Dopo la scoperta dell’America, Stefano Alessandro e Luca salgono baldanzosi e nostalgici sul jumbo del ritorno, con la testa piena di grattacieli, facce strane, speak english, taxi gialli, sorrisi... Si torna a casa... a SCUOLA! Una voce decisa rimbomba nella carlinga: ”Fermi tutti, questo è un dirottamento!”

