UZBEKISTAN    2000

OPERA O BALLETTO?

Quando l’aereo ci catapulta in un paese lontano, ci prendiamo una pausa per assestarci e per capire il nuovo mondo che si è materializzato intorno a noi come per magia.
Io e Isabella siamo in giro per Taskent, un’orrenda città di palazzoni di stampo sovietico. Di sicuro ci annoieremo ma ci rimarremo qualche giorno, prima di spingerci fino a Samarcanda e oltre. Abbiamo camminato mattina e pomeriggio e siamo stravolti. Arrivati alla piazza del Teatro notiamo un cartellone in cirillico. Strano, in Uzbekistan dopo l’indipendenza hanno adottato il nostro alfabeto. È il programma del mese: ogni giorno alle 5 un’opera lirica o un balletto.
Manca poco alle 5. Andiamo? Entriamo titubanti. Facciamo i biglietti, che l’impiegata ci spinge avanti attraverso un cunicolo stile KGB. Costano la bellezza di un euro l’uno! Abbiamo i posti numerati, ma gli spettatori sono pochi e al momento dell’apertura del sipario scattiamo verso le prime file. Sprofondati su una morbida poltrona di velluto ci godiamo lo spettacolo: scene variopinte, cantanti dell’Opera Nazionale, non nomi di spicco ma bravi per quel che possiamo capirne. Io che all’opera immancabilmente comincio a vagare col pensiero e non seguo quel che succede in scena, stavolta mi bevo tutto con gli occhi ben aperti.
L’indomani facciamo il bis: riposo di fine giornata con balletto (il primo in vita nostra)! E così per altri due giorni, nuovo spettacolo, nuove scene. E alla domenica prima del teatro andiamo pure al circo! Seduti sulle gradinate di cemento, assistiamo alle esibizioni dei giocolieri e delle contorsioniste e, nell’intervallo, a quelle ancor più stupefacenti dei bambini che fanno sparire montagne di frittelle dalle borse delle loro mamme.

Domani lasceremo la capitale e ci incammineremo sulla Via della Seta sulle orme di Marco Polo, attraverso il deserto fino a Samarcanda e ai leggendari mercati d’Oriente, dove caricheremo le some dei nostri cammelli di stoffe, profumi, gioielli e MELONI!